Continua (ben volentieri) il faccia a faccia con Alfonso
(Il suo post è nella rubrica La parola ai Lettori
e sul sito http://www.alifehappy.blogspot.com/)
Caro Alfonso,
scusami per il ritardo: eccomi a rispondere al tuo post.
Cercherò di seguire il tuo discorso, replicandoti su ogni questione.
In premessa dici che “le nostre idee che dapprima sembravano essere simili man mano vanno divergendo”. Io non credo. Anzi penso che la vediamo allo stesso modo su molte cose. Per esempio: nemmeno tu hai una tessera di partito. E già la dice lunga....
Passiamo al secondo argomento: la libertà di stampa. Su questo punto critichi la mia affermazione “secondo me ce n’è fin troppa!”. Poi sostieni (dicendo che è la tua idea di libertà di stampa) “ogni testata giornalistica può scrivere la VERITA’ di qualsiasi persona chiunque essa sia….etc.etc.). Sono d’accordo con te! Anzi è quello che auspicavo (e mi auguro ancora) quando scrivevo, subito dopo quell’affermazione, che per me la troppa libertà di stampa significa che “c’è troppa libertà di dire quello che si pensa”. Attenzione, dico: quello che si “pensa”, non quello che è la realtà, la verità! E aggiungevo: “oggi, chiunque può alzarsi una mattina e, premettendo la formula magica “secondo me”, può permettersi (alias è libero) di dire ciò che vuole e – peggio – può congetturare qualsiasi cosa, senza considerare le conseguenze che ne possono derivare”. Cerco di essere più chiaro: quando dico chiunque può “congetturare” è proprio quello che dici tu (sebbene all’incontrario). Cioè che ogni testata giornalistica deve (tu dici può – io dico deve) scrivere la VERITA’ (riguardo a persone o cose, è lo stesso ovviamente). La verità non si può congetturare: è la realtà. Faccio un esempio. Un giornalista molto noto dei salotti di Annozero è stato condannato per aver “congetturato” balorde ipotesi sulla Lega Nord. E’ stato querelato ed ha pagato un risarcimento (insieme al settimanale che aveva pubblicato quelle idee che il giornalista faceva passare per VERITA’). Qui c’è un intoppo. L’intoppo che, mentre la falsa notizia è andata in prima pagina (per la quale è stato pagato un risarcimento, cioè una multa, se ricordo bene, di 600 mila euro), la rettifica è andata in un piccolissimo spazio dell’ultima pagina del settimanale. Alla fine che resta? Resta il “dubbio” nei lettori che hanno appreso quella notizia e che, probabilmente, non avranno poi letto la rettifica infilata in coda a qualche altro articolo di ultima pagina. Potrei farti degli esempi anche sulla stampa locale... e forse mi hai già capito.
Passo avanti nel tuo discorso. Anche relativamente alla questione della “proprietà delle testate giornalistiche” fino all’editto bulgaro mi trovi d’accordo con te, seppure con un’ottica di veduta diversa. (O forse qui le nostre idee divergono un pochettino). Cerco di spiegarmi con degli esempi. Quando vado in edicola e compro un giornale (per la verità ne compro ogni giorno almeno cinque – me lo impongono al lavoro) non lo compro perché so che di quel giornale è editore Tizio o Caio. Lo compro semplicemente perché l’ho provato una prima volta e l’ho trovato un buon prodotto. Quando quel giornale non mi darà più la stessa fiducia, cambierò. Tu non fai lo stesso? Questo dovrebbe essere uno dei migliori frutti della concorrenza e del mercato: tutti devono avere la possibilità di offrire un prodotto, quindi di vendere (e oggi tutti possono pubblicare un giornale e venderlo nelle edicole), e poi sarà la gente (i consumatori) a decidere che fine fargli fare.
Adesso arriviamo al cuore del problema. Citi Montanelli. Ottimo! Sai cos’altro ha detto una volta? “Andrò a votare turandomi il naso!”. Penso hai capito cosa voleva dire. E sai bene che lui non era comunista. E nemmeno fascista. La lezione di Montanelli, dunque, è anche un’altra: al di là delle persone, ci sono le idee. Che società vogliamo che sia la nostra? Quale tipo di democrazia desideriamo? (Stiamo arrivando al cuore del problema).
Riguardo sempre alla libertà di stampa, porti la classifica di Freedom house per chiedermi “un problemino c’è e perché non manifestare?”. Ecco il cuore del problema: richiamando Montanelli sono io ora a chiederti: ma che società vuoi? Che tipo di democrazia desideri? Vogliamo parlare di idee e di regole di convivenza o solo e soltanto di persone? Quella pseudomanifestazione per la libertà di stampa – già te lo dicevo nell’altro post – “era una manifestazione contro il Governo (o meglio il capo del Governo)”. Ciò che vedo male (e non condivido) è questa assurda preoccupazione di una parte dei politici di togliere di mezzo a tutti i costi Berlusconi. Ma in una democrazia (Berlusconi è stato eletto dagli italiani perché la nostra legge consente la sua elezione) sono le idee che vanno portate alla ribalta o che vanno combattute. Non trovi assurdo i tanti soldi spesi per questa benedetta questione della libertà di stampa (in tv, sui giornali, nelle piazze) quando c’è una crisi spaventosa che sta assillando il mondo intero e in Italia molte famiglie non riescono ad arrivare a fine mese? Ecco: questi sono i veri problemi della nostra società. Loro (i politici – tutti i politici, di dx e di sx, quelli favorevoli e quelli contrari alla manifestazione sulla libertà di stampa) stanno bene. Anzi stanno benissimo. Prova a chiedere invece come sta a chi ha ricevuto una lettera di licenziamento o è in cassa integrazione! A questa gente che non sa se domani avrà da mangiare, ma che beneficio gli può arrivare da una manifestazione del genere? Il Pd e la Cgil così prodighi nel manifestare, perché non si siedono nei salotti delle televisioni o riempiono pagine intere di giornali per dire le cose che davvero non vanno in Italia? Permettimi ancora una sfogo contro il Pd. Hanno fatto fuori prima Prodi e poi Veltroni. In assoluta reticenza. Prodi, lo sai benissimo, è stato il solo e per ben due volte a vincere le elezioni contro Berlusconi. Il binomio Prodi-Veltroni, nella prima legislazione vinta dal centro sinistra, non ricordo che sia stato un cattivo governo (ironia della sorte, molte delle idee di Prodi, del 1996, sono state attuate da Berlusconi in questi anni). E Veltroni? Ha fondato il Pd, è andato alle elezioni portando un’ondata di freschezza alla solita politica italiana e che cos'è successo? Appena ha detto “mi dimetto”, l’hanno ringraziato e spedito a casa. Nessuno che abbia detto: aspetta, ragioniamoci su; tu servi alla causa del Paese! Chiusa parentesi.
Passiamo avanti con il tuo discorso. A proposito di politica e apartitismo, riferendoti a me, dici che per te è troppo semplice dire: “la politica ha fallito quindi non appoggio nessun partito e quindi non credo nella politica”. Io non ho detto questo; non lo credo. Il mio apartitismo – come ti dicevo nell’altro post – deriva dal programma elettorale per Alife. Io ho votato alle Politiche nazionali e ho scelto un partito. Ma a livello territoriale, ad Alife, quando ho deciso di impegnarmi, non ho trovato nessuno schieramento aperto ai miei programmi (forse sai anche che ci ho provato. E parecchio). Dovrei ripeterti tutto il manifesto programmatico, ma te lo risparmio. Cerco di ridurre il discorso a una domanda: secondo te il Pd o il Pdl locale rispecchiano il Pd o il Pdl nazionale? Secondo me, no!
Il tuo discorso continua affermando “non si può essere neanche apartitici perché anche se fallimentare è tuttora la nostra politica, i partiti etc. etc.”. Ti ripeto, il discorso apartitico è legato al territorio. A livello nazionale ho sempre votato. Ho votato Prodi; ho appoggiato (sui giornali) Bertinotti quando difendeva le 35 ore (sbagliando, perché poi si sono rivelate un disastro in Francia) e fece cadere il primo governo Prodi; non ho votato Veltroni per il suo programma (Di Pietro e la sinistra laica a proposito di famiglia e fine vita). (Accidenti: sembra che mi stia confessando!)
Adesso concludo. Estraggo una frase dal tuo discorso: “c’è sempre una speranza”. Ottimo! Avrei voluto dirlo io! Ecco: anziché manifestare, anziché lamentarci, anziché prendercela sempre con qualcuno, fermiamoci un attimo e riflettiamo. Con calma. Riflettiamo su quelli che sono i veri problemi e su come risolverli. Insieme, senza steccati di parte.
La speranza non deve mai abbandonarci.
La speranza di poter contribuire a consegnare una società migliore ai miei figli mi ha spinto all’avventura in solitaria ad Alife. E so (ti parlo molto, ma molto sinceramente) che dovrò soffrire parecchio per questo...... La speranza di poter contribuire a metter su un’economia migliore (a livello nazionale) guida la mia penna quando scrivo ogni singola parola, ogni riga, ogni articolo di giornale.
Allora l’augurio di cuore per te, per me, per tutti noi, è proprio questo: sia la speranza a guidare i nostri passi.
A presto, daniele.
PS
Appena ci incontriamo voglio regalarti un libro, se l’accetti.
3 commenti:
Carissimo Emilio posso farti una domanda a cui non sono mai riuscito a dare una risposta. Perchè Di Pietro non ha coninuato a fare il magistrato nel momento piu importante della lotta contro la mafia in Italia? Perchè a lui è arrivato l'avviso che gli stavano per fare un attentato e a Borsellino no? Come mai un magistrato di tale importanza a un certo punto scende in politica?
Grazie in anticipo delle risposte Alfonso
scusa ma perché questa domanda non la fai sul blog di idv alto casertano? Non so a quanti di quelli che leggono il blog di Daniele interessino queste domande pretestuose...perché non le fai a Di Pietro direttamente? Mi sembra che abbia anche lui unblog, addirittura usava youtube per informare i suoi elettori...cosa ne può sapere Emilio Iannotta o chiunque dell'IDV di queste cose?
Anonimo ho fatto questa domanda qui perchè qui Emilio ha espresso una sua idea su IDV e comunque non penso che tu puoi decidere di che argomento si deve parlare o meno visto che sei anche un anonimo. Non è un blog libro dove tutti possano cnfrontarsi su svariati argomenti? O è un blog dove non si puo parlare di politica? Gazie anonimo
Alfonso
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