No, non mi sono dimenticato dell’appuntamento quotidiano. Semplicemente, stamattina la solita “chiacchierata” l’ho voluta estendere a tutti gli alifani, anche a quelli che non hanno dimestichezza con computer ed internet. Alle ore 12 (o poco dopo), sono stati affissi dei manifesti per le strade della Città. Di seguito vi riporto il testo.
E’ fine settimana, finalmente!
Domani sera non dimenticate di cambiare gli orologi: bisogna passare un’ora indietro.
Buona giornata e buon weekend.
A lunedì mattina (salvo notizie urgenti!).
Ciao, Daniele
Ma il fine giustifica i mezzi?
Il Saggio dice che un indizio è un indizio, due indizi sono due indizi, tre indizi sono una prova. La mensa scolastica di Alife allora ci consegna la prova del fatto di ritrovarci – ahimè! – amministrati da una Maggioranza dedita solo al bene dei propri adepti: di “alcuni”, ma non di “tutti” i cittadini.
Il primo indizio è la costituzione ad hoc di una società cooperativa, quella che è poi uscita vincitrice dalla gara di appalto per il servizio di refezione scolastica. Era il 28 luglio 2009, prendeva la denominazione di Allipharum Service con attività, tra l’altro, della «gestione di punti di ristoro, mense pubbliche e private, ed altro».
Il secondo indizio è la delibera della Giunta comunale del 12 agosto 2009 che approva gli indirizzi per l’affidamento degli appalti con prerogativa del ricorso alle cooperative e loro consorzi, per favorire la promozione umana e l’integrazione delle persone svantaggiate.
Il terzo indizio è il Bando di gara per l’affidamento del servizio mensa scolastica: pubblicato il 21 settembre 2009, si rivolgeva esclusivamente alle cooperative.
Non serve scomodare un Giudice per intessere a mosaico questi indizi in una prova. Prova in cui chiaro non è soltanto l’obiettivo, ma soprattutto la strategia operativa.
Una buona iniziativa, tutto sommato. Lo dico senza reticenza, aggiungendo che sono il primo a rallegrarmi del fatto che siano delle Mamme di Alife a far da mangiare ai nostri figli. Tre, cinque o forse anche nove Donne che si prenderanno cura dei nostri bambini, garantendo loro soprattutto un’amorevole familiarità durante la pausa pranzo delle ore scolastiche.
Questo, però, non può e non deve far passare in secondo ordine l’attenzione e la premura verso il resto delle Mamme e delle Donne di Alife (e, perché no, anche degli Uomini). Anche loro, probabilmente, avrebbero voluto e/o potuto entrare in gioco; ma gli è stato negato questo diritto tenendo opportunamente riservate le intenzioni degli Amministratori: perché non è stato pubblicizzato per tempo il proposito di volere affidare a una cooperativa locale il servizio mensa scolastica? Farlo, sì che avrebbe garantito pari opportunità a tutti i cittadini di organizzarsi in cooperativa e di partecipare alla gara di appalto.
Ho posto una domanda anche a titolo del manifesto. E’ rivolta al Sindaco e all’Assessore alla P.I.: ma il fine giustifica i mezzi? Prima di rispondere, però, abbiano l’accortezza di precisare qual è stato il vero fine perseguito in questa storia: una buona ristorazione degli alunni, l’integrazione delle persone svantaggiate o, piuttosto, il favoritismo verso una parte dei cittadini? Seguendo il Saggio il loro fine sembrerebbe l’ultimo. Appare più che mai opportuno dunque, che spieghino – non a me – ma a tutti i cittadini in che modo la gestione di questo appalto mensa abbia preservato e difeso gli interessi di tutta la cittadinanza.
1 commento:
Voto di scambio? Mastella insegna e i nostri amministratori apprendono.
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